Lettera ad un figlio mai vissuto
Caro Leonardo, oggi, 15 Dicembre 2022, mamma e papà hanno dovuto prendere la decisione più dura e difficile che si possa immaginare per dei genitori.
Sei nato appena 10 giorni fa, dopo appena 25 settimane di gestazione. Mamma sapeva che eri un diavoletto dai calci che hai iniziato a dare nelle ultime 2-3 settimane.
Sin dalla mattina presto, immagino i tuoi pensieri “Mamma su, alzati che ho fame! Vai a fare colazione!”.
Mamma e papà sapevano che avevi voglia di vivere pienamente, rispondevi con dei calci anche alla voce di papà sul pancione “Chi è questo che mi disturba sempre la sera?”.
E quando sei nato i medici, sai quelle persone con il camice bianco, si sono stupiti che hai emesso un vagito da solo, così prematuro ma così entusiasta della vita, immagino per dire subito a tutti “CIAO MONDO SONO ARRIVATO!”.
Non devi preoccuparti per il taglio sulla pancia della mamma che le hanno fatto per farti uscire urgentemente. Puoi pensare che la mamma avrà la pancia “con il sorriso” per un po’ di tempo.
Adesso sei in una culla che prova a tenerti al caldo, so che non è la stessa cosa di stare con mamma…e poi tutti quegli allarmi che suonano e questo tubo in gola che ti butta continuamente aria ed i fili che entrano nelle gambe o nelle braccia…so che provi fastidio…si vede dal tuo piccolo visino tutto accigliato che papà vede quando è accanto a te tutti i giorni.
Mamma e papà speravano per te che tutto questo sarebbe durato al massimo 3 mesi e che tutto sarebbe finito bene. Sapevano che sarebbe stato un percorso difficile, ma sapevano anche che la speranza di iniziare ad abbracciarti tra un mesetto e di portarti a casa fra 3 mesi sarebbe stata più forte di qualsiasi ostacolo.
Però il destino ha riservato piani diversi per noi.
Dopo nemmeno 48 ore che eri nella tua nuova culla, in piena notte verso le una, immagino che tu abbia sentito dolore, tanta fatica a respirare e poi un forte dolore alla testa. Immagino le grida nella tua mente “Mamma, papà, dove siete???”.
Papà è arrivato di corsa, appena l’hanno chiamato, verso le 3.30. Pioveva forte, eccome se pioveva. Sembrava che cielo volesse copiare milioni di volte le lacrime di papà.
I medici hanno detto che la tua testolina è stata molto danneggiata e adesso ti stanno facendo dormire.
Non c’è speranza di poterti veder correre felice, non c’è speranza di poterti sentir parlare, non c’è speranza che tu possa sentire la nostra voce e forse non c’è più speranza nemmeno che tu possa vederci e riconoscerci. Non c’è speranza di poterti dare una vita. Una vita degna di questo nome.
E i miracoli non sono per gente semplice come noi, ci abbiamo sperato e pregato ma non è servito.
Mamma e papà devono lasciarti andare.
Non sappiamo dove andrai, però, se riesci, pensa a mamma e papà ok? Noi ti penseremo sempre. E pensa che un giorno quando ci rivedremo ti abbracceremo e non ti lasceremo più andare.
Ciao Leo.
15.12.2022
Leonardo ci ha lasciato da sé la vigilia di Natale. Ha aspettato la nostra visita pomeridiana in reparto, eravamo con lui quando è successo.
Alla fine, la nostra decisione di far intervenire il comitato etico (“addetto” a questi drammi per la valutazione del caso) non è servita.
In un certo senso voglio credere che Leo ci abbia fatto un regalo, togliendoci il peso di una croce che ci saremmo portati a vita.
10.01.2023
Ultima modifica di questo articolo: 10 Gennaio 2023