Del non occuparsi di politica
Anche se non vuoi occuparti di politica, le politiche si occuperanno di te.
Inizio con una frase che è una mia riformulazione di Ralph Nader – avvocato, saggista, attivista e politico statunitense – che recentemente mi sta tornando alla mente perché riproposta più volte da persone che si occupano di politica, in Azione e in altri partiti.
E’ come un mantra. E’ un incoraggiamento, ed anche un avviso, ad occuparsi della “cosa” pubblica. Significa che è meglio essere in prima fila e dedicare una parte del proprio tempo ad elaborare visioni, posizioni e programmi piuttosto che subirli passivamente. Tutto questo con il modo che si ritiene essere più affine ai propri valori, alle proprie sensibilità.
Infatti, non è detto che iscriversi ad un partito politico sia la strada giusta o l’unica strada. Esistono molte associazioni portatrici di interessi comuni che fanno attività di lobbying (e non in senso dispregiativo come credono molti qualunquisti).
Essere un sano portatore di interessi significa avere senso di appartenenza, non significa attuare un traffico di qualche genere o uno scambio di favori. Significa invece costringere i politici, che creano le politiche, ad avere una certa “embeddedness” sul tema. Significa portare i politici ad immergersi nei problemi reali e concreti della propria comunità.
Certo, il mondo non è ideale. Ma non capisco perché tirarsi indietro di fronte alle opportunità di prendere per un braccio la politica e dirgli “ora ti siedi qua e mi ascolti“.
Evitare occasioni di parlare ad un partito politico, di fronte anche ad un pubblico, non è la strada giusta per cambiare il paese secondo i propri interessi. E’ esattamente l’opposto.
Semplificando molto, ci sono tendenzialmente due vie per aiutare a sollevare il dibattito su un tema a noi caro: o tramite una spinta interna al partito o tramite una spinta esterna.
Partecipare ad un dibattito pubblico, pur organizzato da un partito politico, è una forma di spinta e non significa in alcun modo “farsi etichettare” come appartenente a quel un partito. Ad esempio, ci sono molti tecnici che lavorano nei partiti e non sono tesserati ad esso.
Partecipare attivamente è la chiave di volta, l’unica, per cambiare le cose. Non fatevi fregare da chi sputa sulla politica perché la considera un guazzabuglio di elitisti. Semmai lo diviene se dalla società civile sono in pochi a partecipare alle discussioni (e alle votazioni).
Ultima modifica di questo articolo: 9 Marzo 2024