Libro: Il tempo dell’altruismo
La mia lettura
Philippe Kourlisky è un immunologo francese ed ha pubblicato questo saggio nel 2009, dopo 4 anni di lavoro. L’autore ha diviso il libro in 3 parti connesse tra loro: la natura della realtà; il concetto di responsabilità inserito in una teoria dell’altruismo; l’altruismo come risultato di un “modo di procedere” in diversi settori.
Un progetto del genere può sicuramente sembrare difficile da realizzare, se non illusorio, se si pensa alle potenti forze che possono ostacolarlo. Penso tuttavia che il passaggio all’azione non sia così utopico. […] dobbiamo per questo rinunciare al sogno della ragione a vantaggio di un mondo dominato esclusivamente dalle passioni, dalle credenze e dalla violenza?
pag. XIX – Introduzione
Kourlisky nella prima parte si impegna a spiegare come la scienza sia figlia di un processo di convalida sociale, cioè i “fatti” passano al vaglio della comunità scientifica, come vuole il metodo scientifico. Ma prima ancora che collettivo, il processo di comprensione della realtà è individuale. L’individuo deve approfondire il mondo che lo circonda seguendo un processo di approfondimento, di analisi ed infine di confronto con gli altri (con cui discuterà le proprie percezioni per validarle o meno).
Isolarsi non ha alcun senso, perché abolisce il processo di convalida, rende improbabile il raggiungimento di un consenso e indebolisce la capacità di azione.
pag. 50
E questa prima parte mi ha particolarmente colpito perché è un po’ la filosofia che mi accompagna, sia nell’approccio che ho pensato per l’elaborazione delle proposte per le startup di Azione, sia per l’approccio imprenditoriale da Lean Startup che sto imparando (non si finisce mai) ad usare da qualche anno a questa parte (più o meno dal 2016).
Nella seconda parte, l’autore spiega come e perché applicare il ragionamento su sé stessi. Sostanzialmente richiede al lettore di rispondere alle domande “cosa sono?” e “cosa posso fare?” tramite un esercizio di autoriflessione razionale.
La parte saliente è l’introduzione di tre metriche che servono per l’esercizio di autoriflessione: il capitale prodotto, il capitale ricevuto e il campo d’azione. Nel libro è ben spiegato il significato.
Al termine della valutazione su queste tre direttrici, che ci pone in uno spazio tridimensionale rispetto alle altre persone intorno a noi, l’autore passa al capitolo della responsabilità individuale (quali diritti e doveri ho?) e alla sua definizione di altruismo.
Per noi l’altruismo è la deliberata attenzione prestata da un individuo alle libertà individuali dell’altro, con la deliberata intenzione di difenderle e svilupparle ulteriormente. […] Il doppio riferimento alla scelta (in deliberata attenzione e deliberata intenzione) fa rientrare la nostra definizione nell’ambito dell’altruismo razionale. […] Nell’accezione che abbiamo scelto l’altruismo è un dovere che la ragione impone intellettualmente all’individuo e che quest’ultimo a sua volta impone a se stesso.
pag. 72 [corsivo nel testo, grassetto mio]
L’altruismo come dovere intellettuale e autodisciplina? Che colpo! Ho sempre pensato che fosse semplicemente sinonimo di generosità.
Un passaggio che mi ha realmente segnato.
Il resto del libro sposta il focus sulla responsabilità collettiva ed il metodo da applicare a gruppi sociali. Per poi passare all’economia, alla politica e all’altruismo applicato a quest’ultima.
Cosa mi ha lasciato il libro “Il tempo dell’altruismo“
Il tempo dell’altruismo è un libro eccezionale, non banale, non così facile da leggere e da assimilare.
Una volta terminato però apre ad una nuova prospettiva di vedere le cose e di porsi in rapporto con il mondo che ci circonda.
Personalmente l’autoriflessione della mia condizione personale mi ha portato a fare una scelta concreta, che probabilmente avrei dovuto fare da tempo: sono entrato a far parte di una onlus, Plastic Free, che ha la missione di ripulire l’ambiente dai rifiuti e di fare sensibilizzazione per le nuove generazioni nelle scuole.
Dal 2021 dedico parte della mia vita a ripulire la mia città, organizzare le giornate di raccolta per i volontari e dare supporto agli altri referenti di Plastic Free per le giornate di sensibilizzazione. Nel mio raggio d’azione mi sentivo di poterlo fare ed ho preso questo impegno.
Cosa mi porterà il futuro come opportunità di fare altro per la collettività? Cambieranno i parametri di autoriflessione?
Ultima modifica di questo articolo: 13 Agosto 2022