Libro: Socialismo liberale

Gli italiani sono pigri moralmente, c’è in loro un fondo di scetticismo e di machiavellismo di basso rango che li induce a contaminare, irridendoli, tutti i valori, e a trasformare in commedia le più cupe tragedie.

La mia lettura

Carlo Rosselli, antifascista, teorico di un socialismo moderno non marxista, fu assassinato insieme al fratello in Francia nel 1937, su ordine del regime fascista italiano.

La citazione in introduzione mi ha colpito perché secondo me ha fatto trasparire l’amarezza di Rosselli nei confronti della storia italiana e del popolo in quel momento sottomesso. Durante tutto il libro, mi ha fatto percepire come all’epoca ci fosse ancora speranza di un rinnovamento che sollevasse le classi più disagiate e allo stesso tempo il pragmatismo di una visione storica ben ancorata alla realtà.

E’ così che Rosselli conia il pragmatico motto del socialista liberale: “il regime socialista sarà, ma potrebbe anche non essere. Sarà se noi lo vorremo, se le masse vorranno che sia, attraverso un consapevole sforzo creatore.”. Accanto a constatazioni con una visione inevitabilmente ottimista del futuro come “L’oppressione fascista prepara l’unità morale del popolo italiano.”.

Non faccio fatica a identificare Rosselli come umanista. Rinnega con forza la teoria marxista secondo la quale il capitalismo avrebbe inevitabilmente portato alla violenza per sovvertire l’ordine sociale (una “necessità storica”). Rosselli invece ritiene che l’uomo libero può scegliere senza essere un mero burattino della storia: la libertà è tale quando esiste autogoverno.

Mentre il marxismo vuole l’uomo non-libero per definizione, un uomo succube del movente economico dove la morale e la spiritualità sostanzialmente non esistono.

Inoltre, Rosselli ritiene che tale voglia di libertà non escluda un conflitto violento. Tuttavia non lo ritiene una certezza assoluta, storica, come il marxismo. Anzi, riflette sul fatto che agitare lo spettro stesso della violenza proletaria per sovvertire l’ordine sociale, finisca inevitabilmente per rafforzare i reazionisti ed i conservatori perché la maggior parte del popolo trova rifugio in movimenti che appoggiano lo status quo. Rosselli scrive che l’esperienza fascista sembra però che stia cambiando questo atteggiamento.

Per Rosselli, nonostante l’amarezza della constatazione storica del periodo, nonostante la necessità di dare un colpo di grazia al peso che comporta la fallimentare teoria marxista, nonostante la presa di coscienza che il lavoro di unire il popolo italiano debba essere un lavoro dal basso, culturale, che durerà decenni, alla fine ci lascia con una speranza. Una visione ottimista del futuro ed un “manifesto” dell’uomo socialista liberale in 13 punti, assolutamente di buon senso e condivisibile.

Cosa mi ha lasciato il libro “Socialismo liberale

In conclusione, questo libro è rivolto ad aprire la mente dei marxisti titubanti (ai dogmatici niente farà cambiare idea), dei socialisti e dei liberali.

Il movimento socialista, del popolo, deve agire nei confini liberal-democratici e deve pensare alla libertà dell’uomo. L’uomo che non venga visto come semplice burattino nelle mani dei rapporti di produzione, ma bensì come persona consapevole dei propri diritti e della posizione sociale, delle proprie aspettative e dei propri sogni.

Inevitabilmente la lotta operaia per ottenere diritti sociali non viene vista da Rosselli come un mero “contentino” da parte della borghesia, tutt’altro. Viene visto come qualcosa di giusto e corretto nel normale dibattito che deve esistere in un regime democratico.

Il libro in generale mi è piaciuto perché mi trovo molto nel pensiero di Rosselli, soprattutto nella critica all’ideologia marxista e al dogmatismo che circonda le dottrine assolutistiche come quella.


Nota a margine: mi è tornato in mente questo libro che avevo iniziato a leggere qualche tempo fa e terminato solo in questi giorni. Con molta calma, perché i libri li assaporo, li studio, senza divorarli. Mi è tornato in mente perché i fratelli Rosselli sono sepolti al cimitero di Trespiano, sopra Firenze, dove recentemente sono stato per mio figlio Leonardo.

Ultima modifica di questo articolo: 16 Gennaio 2023