Politica è Sangue e Merda?
Il più volte ministro Salvatore Formica, PSI tra gli anni 80 e primi anni 90, ha coniato questa equazione molto famosa. Questa frase può sembrare che faccia della “politica”, inteso come ambito di azione umana, un ambito che incide sulla nostra vita tanto inevitabile quanto barbaro.
In tutta sincerità per me, lo scopo di questa frase è mettere in avviso “i naviganti”, cioè che il gioco democratico è un terreno di scontro durissimo, di rapporti di forza che si ribilanciano in continuazione. Non vivendo noi in una dittatura, la reputo una cosa normale, naturale. Eppure questa frase mi colpisce.
Perché consolidare il consenso attorno alle proprie posizioni è il mestiere del politico, secondo me in due declinazioni contrapposte e inconciliabili: consolidare il consenso parlando apertamente al popolo è l’oratore, farlo tramite trame di palazzo è il meschino.
Che Formica si riferisse ad una politica piena di meschini e carente di oratori? Guardando le percentuali preoccupanti di astenuti alle elezioni politiche, probabilmente si, anche se altrettanto probabilmente si tratta di una mia valutazione parziale.
Convincere il popolo della bontà delle proprie proposte ed opinioni è un mestiere difficile, qualcuno direbbe che dovremmo avere la forza di uscire dalla propria “comfort zone”.
Molto più facile è invece tramare contro i propri nemici (seppur colleghi), usando artifici e raggiri per nascondere la propria posizione fino all’ultimo, infangare il buon nome altrui allo scopo di mettere zizzania. E probabilmente senza possibilità di replica in pubblico (per il quieto vivere).
Io credo che la politica sia molto più di questo. Credo che la politica sia capacità di governare rivolgendosi ai cittadini, spiegando le proprie ragioni ed ottenere consenso direttamente da loro.
Probabilmente la stessa capacità necessaria, più o meno, per governare una grande multinazionale privata che deve risolvere i problemi a milioni di consumatori con i propri prodotti.
Magari garantendo sostenibilità, magari garantendo il non sfruttamento di bambini o persone fragili del terzo mondo e magari con un costo equilibrato.
Sicuramente non è banale. Per analogia, sarebbe molto più facile attuare un po’ di greenwashing qua e là, nascondere i luoghi reali di produzione affidandoli ad aziende esterne, applicare dei margini di guadagno spropositati perché “così è il mercato”.
Se rifletto sui miei valori fondamentali, di una cosa sono certo: tutto questo modo di fare meschino non mi rappresenta, quindi i politici che lo attuano, o aspiranti tali, sicuramente non mi rappresentano.
Ultima modifica di questo articolo: 4 Novembre 2022