Startup e Azione
Come sono arrivato alle politiche per le startup (in Azione)?
Quando si parla tra amici di startup o di ecosistema startup italiano, si finisce quasi sempre col parlare di politica. Cosa fa la Politica per le startup o di cosa NON fa, cosa va bene, cosa si dovrebbe migliorare o cosa manca del tutto. Soprattutto se paragonati altri ecosistemi startup esteri.
E’ molto difficile inquadrare il problema dalla prospettiva ideale, che copra tutti gli aspetti coinvolti quando si parla di ecosistemi che portano innovazione. Ad esempio: quadro normativo, capitale umano, bandi pubblici, capitali privati. Senza considerare tutto ciò che riguarda la rete tra gli attori dell’ecosistema, per incentivare il trasferimento tecnologico. Oppure l’arretratezza degli investimenti in startup in Italia rispetto ad altri paesi europei.
Da laureato in Scienze Politiche, questa difficoltà di analisi delle politiche sull’ecosistema startup italiano mi ha appassionato.
Aggiungiamo che è dal 2012 che mi sono avvicinato, e poi abbracciato, i princìpi Agile. L’unione delle due cose mi ha portato a domandare se fosse possibile applicare la metodologia Agile per costruire qualche proposta politica, visto che la teoria a supporto c’è.
La costruzioni di politiche rientra nell’ambito dei progetti “complicati“: non è chiaro cosa fare (fare la valutazione dei rischi, costi e benefici) e non è chiaro il come farlo (quali attori vengono coinvolti, chi sarà a favore e chi contro). La teoria dell’azione perfettamente razionale (Weber) è solo del Principe, il quale si sa, vive di certezze.
Invece, per i poveri mortali come me, costruire una proposta politica non è certo. Dobbiamo validare continuamente le nostre idee e le nostre convinzioni, sia con riscontri scientifici sia con riscontri dalla popolazione e dagli attori coinvolti nelle politiche (stakeholders).
Azione è una “startup” politica
Ammetto che abbinare “startup” e “partito politico” può sembrare un po’ una forzatura e forse lo è, ma non è forse vero che ogni partito porta con sé una idea di cambiamento (da validare con i voti)?
Comunque, monitoravo la scena politica da qualche anno, per trovare un partito che mi rappresentasse sia come valori che come “teoria del cambiamento”.
Nel 2019 ho trovato quello che cercavo nel neo-costituito partito Azione, segretario Carlo Calenda, a cui ho aderito senza troppi indugi da subito (seguivo Calenda dal movimento Siamo Europei).
Poi a Luglio 2020 vista la mia esperienza professionale da Project Manager, da coordinatore di gruppi di lavoro e da founder di startup, sono stato assegnato a coordinatore del sotto-gruppo tematico sulle Startup (all’interno del gruppo tematico “Innovazione”, inizialmente diretto da Giulia Pastorella).
Le startup sono idee in azione
Premetto che una scuola di politica interna avrebbe fatto comodo sin da subito. Ma essendo il partito neonato e con una classe dirigente da costruire non si poteva pretendere (ci stanno lavorando). Quindi per la creazione di proposte sulle startup abbiamo dovuto fare di necessità virtù.
La domanda che mi sono posto è stata: che approccio possiamo usare per “mettere a terra” le idee del gruppo di lavoro? Magari facendolo come se fosse una startup con idee da validare.
Sono partito da uno schema di ciclo di policy idealtipico per capire se si potesse adattare in modo concreto alla nostra realtà.
Ho quindi proposto al team di lavoro un metodo costituito da interazioni cicliche in 4 passi, sostituendo la fase di implementazione (che di fatto non c’è fino a quando non si governa) con una di sintesi, utile sia in fase decisionale sia a facilitare la valutazione finale per ottenere feedback dagli stakeholders.
Il metodo di lavoro
1. Ascolto
Scopo: ascoltare vari stakeholders per non essere autoreferenziali.
Nonostante le figure professionali all’interno di un team, è di vitale importanza mantenere quella che viene chiamata “embeddedness” con la società. L’elaborazione di proposte basate su assunti e su esperienza personale non hanno basi sufficienti per essere ritenute utili a prescindere perché figlie di una visione partigiana e razionalmente limitata.
2. Elaborazione
Scopo: arrivare ad un testo propositivo più completo possibile.
La fase di scrittura su un testo condiviso con divisione del lavoro tra i membri del team. Ogni membro opera su uno o più dei “pilastri” di intervento individuati (un pilastro per ogni capitolo) ed è responsabile per ciò che propone.
3. Sintesi
Scopo: produrre documenti fruibili alla dirigenza nazionale ed al pubblico.
A seconda della richiesta si producono slide e/o documenti riassuntivi di vario genere (es. tipo one-page o quadri sinottici) in base anche al lettore target.
4. Divulga & Ripeti
Scopo: divulgare le proposte ridotte di complessità e ripetere il ciclo.
La divulgazione ufficiale può avvenire solo dopo l’approvazione del programma sintetico da parte del partito. Invece, in occasioni “meno ufficiali” otteniamo feedback sulle proposte durante incontri pubblici o privati con altri stakeholder.
Avanzamento
Le novità e gli avanzamenti pubblicabili del nostro lavoro sono disponibili alla seguente pagina, in costante aggiornamento:
Fissa una call
Se hai esperienze (belle o brutte) da raccontare, suggerimenti concreti o proposte già valutabili da Azione, allora fissa una call con me qua:
https://calendly.com/lucaventurella/azione-ecosistema-startup
In base allo scopo della call che scriverai valuterò se chiedere al team di lavoro di partecipare oppure se fare prima una passaggio one-to-one.
Ultima modifica di questo articolo: 9 Marzo 2024